Senza lattosio o a basso contenuto di lattosio?
Le normative sulle etichette del ministro della salute
Senza lattosio; a basso contenuto di lattosio; delattosato… quanta incertezza nel leggere le etichette per i neofiti intolleranti al lattosio!
Ma che differenza c’è?
Le prime due cose tenere sempre in considerazione è che i sintomi e dunque il grado di intolleranza al lattosio variano da persona a persona e che il lattosio non potrà mai venire eliminato completamente dal latte e dai prodotti derivati.
La quantità minima di lattosio che potrete trovare indicata nelle etichette è lo 0,01, seguito dallo 0,1. Starà a voi scegliere i prodotti, a fronte del vostro grado di tolleranza che, ahimè, non resta che sperimentare prima sulla propria pelle, o meglio sul proprio stomaco!
Detto questo, dovete sapere che il dubbio sulla legalità della definizione dei prodotti alimentari come “senza lattosio” o “a basso contenuto di lattosio” ha sempre riguardato la soglia 0,01 g per 100 g, oppure 0,1.
Da pochi mesi (20 luglio 2016 Reg. 609/2013/UE ) è entrato in vigore un regolamento europeo (ahimè non ancora una norma!) che stabilisce più chiaramente e con piena responsabilità nella gestione del rischio le esatte definizioni da usare sulle etichette in associazione alla soglia di lattosio dei prodotti.
Già la norma prevedeva che gli alimenti destinati ad una alimentazione particolare (ADAP) venissero assoggettati al regime di etichettatura ordinario (articolo 36 del reg. 1169/2011). A fronte di ciò, oggi i prodotti senza glutine o con un basso contenuto, così come i prodotti senza lattosio o a basso contenuto, non sono più considerati “prodotti dietetici” soggetti a preventiva prassi di autorizzazione ministeriale, con registrazione nell’apposito elenco. E questo è un primo passo verso la semplificazione.
Per quanto riguarda il nostro lattosio, le novità sono queste, ben specificate nella nota del Ministero della Salute (cit):
- Verrà eliminata la dicitura “delattosato”, in quanto precedentemente associata alla dicitura “dietetico”. Si potrà usare al suo posto la dicitura senza lattosio per i prodotti lattiero caseari e per il latte con contenuto di lattosio inferiore a 0,1 g per 100 g o ml e sulle cui etichette andrà aggiunta la dicitura meno di… (riportante la soglia residua di lattosio)
- Solo per i latti e i latti fermentati si potrà usare la dicitura “a ridotto contenuto di lattosio”, solo se il lattosio è inferiore a 0,5 g per 100 g o ml. Sulle etichette in questione andrà riportata l’indicazione che il tenore di lattosio è meno di 0,5 g per 100 g o ml
- Le due precedenti diciture dovranno necessariamente essere integrate da una indicazione del tipo: “il prodotto contiene glucosio e galattosio in conseguenza della scissione del lattosio”.
http://www.efsa.europa.eu/fr/efsajournal/doc/1777.pdf
Mentre attendiamo una normativa europea definitiva la cosa FONDAMENTALE da sapere è che:
- la dicitura SENZA LATTOSIO può essere usata se il prodotto contiene nella sua composizione < 0.01% = < 0.01 gr / 100 gr = < 10 mg/100 gr = < 100 ppm
- la dicitura A BASSO/RIDOTTO CONTENUTO DI LATTOSIO può essere usata se contiene < 1% = < 1 gr/100 gr
- infine la dicitura NATURALMENTE PRIVO DI LATTOSIO può essere usata solo per quei prodotti che non contengono al loro interno ingredienti lattei.
Ad oggi ovviamente, non essendoci appunto una normativa, trovate ancora sul mercato prodotti che riportano l’etichetta DELATTOSATO con indicazione della soglia (0,01 o 0,1). Se vi capita avere dubbi di fronte a queste etichette, ricordate che ancora SENZA LATTOSIO e DELATTOSATO sono considerati sinonimi. Dunque la vostra unica attenzione dovrà essere posta sulla soglia: non tollerate lo 0,1? E allora cercate solo prodotti con la dicitura “< allo 0,01% sul prodotto finito”!
Buona caccia alle etichette!
Francesca