Dottor Alessandro Targhetta: cosa sono, come nascono e come si affrontano le intolleranze
Cosa si deve fare e magiare, come bisogna affrontare l’intolleranza è di sicuro la domanda che tutti ci poniamo quando scopriamo di soffrirne, ma cosa sono e come nascono le intolleranze ce lo siamo mai chiesti realmente? Ne abbiamo un’idea davvero chiara?
Alla maggior parte di noi, nel nostro caso intolleranti al lattosio, spiegano semplicemente che non digeriamo lo zucchero del latte. Ma non è tutto qua; dietro la mal digestione c’è tanto di più.
Ce lo spiega il dottor Alessandro Targhetta, medico chirurgo, specialista in geriatria e gerontologia, omeopata, fitoterapista e nutrizionista.
“L’INTOLLERANZA – spiega il dott. Targhetta – è una reazione infiammatoria più o meno sistemica e sistematica prodotta da specifici elementi del sistema immunitario (IgA – IgG) in conseguenza al contatto prolungato con macromolecole di alimenti”.
Ma cosa significa?
Per capirlo dobbiamo “entrare all’interno” del nostro intestino, laddove tutti abbiamo sentito ed individuato i primi e maggiori sintomi dell’intolleranza.
“L’intestino è il nostro secondo cervello ed è una barriera intelligente e selettiva; infatti– insegna Alessandro Targhetta -, lui sa quello che deve passare, perché è funzionale alla vita, e quello che invece è dannoso e deve essere eliminato”.
La barriera deve essere attraversata solo da tutti i nutrienti indispensabili alla vita. Questo passaggio è selezionato dalla flora batterica, che scinde le proteine in amminoacidi, e poi dalla mucosa intestinale, che riconosce gli amminoacidi come “nutrienti amici” e apre loro le porte per farli transitare.
Quando il nostro intestino funziona bene (EUBIOSI) quindi, se le proteine non vengono scisse e rimangono dunque sotto forma di macromolecole non digerite, la mucosa non le fa passare.
A tutti noi capita di digerire male una volta ogni tanto, ma fino a che accade, appunto ,raramente, il nostro intestino continua a fare bene il suo lavoro. Cosa succede invece se la mal digestione di un alimento è frequente, prolungata nel tempo, finanche quotidiana?
“In questo caso la flora batterica si indebolisce e viene meno il primo strato protettivo; le mucose vengono esposte all’aggressione di antigeni e tossine che, col tempo, provocano dei buchi nella mucosa, e dunque nella barriera intestinale. Si parla in questo caso di DISBIOSI intestinale”.
Il risultato è che gli “elementi cattivi” riescono a passare perché il nostro intestino è troppo “gocciolante”, ovvero troppo permeabile. Ed ecco che quell’alimento che prima semplicemente faticavamo o non riuscivamo a digerire si trasforma in un alimento a cui diventiamo intolleranti. Non accade immediatamente, ma dopo che l’accumulo supera il livello soglia. Ed ecco che allora arrivano i sintomi.
Cosa vuol dire, di preciso, diventare intolleranti?
Lo illustra con chiarezza e semplicità il dott. Targhetta.
“Quando l’alimento mal digerito arriva alla mucosa intestinale, trova una barriera colabrodo piena di buchi: passa quindi per la strda sbagliata, ovvero tra cellula e cellula mucosa. Il sistema immunitario sottostante la mucosa intestinale immediatamente si allerta e produce una risposta(IgA e IgG) che è fonte di infiammazione”.
Ecco allora cosa significa che l’intolleranza è una reazione infiammatoria! Si tratta di una vera e propria difesa del nostro intestino, del nostro corpo…
“Certo! Ed ecco spiegato anche perché per diagnosticare le allergie si cercano le reazioni IgE, mentre per diagnosticare le intolleranze le reazioni IgG e IgA”.
La differenza tra allergie e intolleranze è molto netta, giusto?
“Sì. L’allergia è un’infiammazione acuta e immediata. Quando siamo allergici a un alimento, la reazione avviene dopo pochissimo tempo, parliamo di minuti. Invece
l’intolleranza è un’infiammazione cronica e subdola, con sintomi multipli a bassa intensità”.
Proprio per la loro molteplicità e bassa intensità, non diamo peso ai sintomi e finiamo con l’introdurre l’alimento o gli alimenti per noi problematici molto a lungo, ed ecco che il sistema immunitario, già allertato, scatta in difesa ulteriore.
L’allerta si diffonde dall’intestino a qualunque distretto corporeo e se all’inizio i sintomi erano legati solamente a gastriti, gonfiori, scariche diarroiche eccetera, possiamo trovarci d’improvviso in stati di infiammazione che potano alla comparsa di asma, sinusiti, pruriti, dermatiti, dolori muscolari, cefalee, stanchezza, vertigini, insonnia… e tanto altro.
Se l’intolleranza non viene affrontata, si innesca un circolo vizioso (sovraccarico dei sistemi di depurazione e intossicazione dell’organismo) che può portare, alla lunga, a gravi problemi di salute.
Come si affronta un’intolleranza?
Ci sono due scuole di pensiero: la dieta ad eliminazione, ovvero eliminare l’alimento per qualche mese e poi cercare di reintrodurlo lentamente, ad esempio due volte alla settimana, (vi ricordo però che nel caso di intolleranza primaria, ovvero con mutazione genetica, il lattosio non può più essere introdotto nella dieta), oppure la dieta a rotazione, dove l’alimento viene “lasciato in gioco” per una o due volte alla settimana.
Il dott. Alessandro Targhetta è più propenso alla prima soluzione, ma ci ricorda che
“lavorare solo sulla dieta non basta!”.
La dieta però, il come e cosa mangiamo è fondamentale per la nostra salute.
“Proteggerci e prevenire le malattie significa anche passare attraverso il piatto. La prima medicina per il nostro corpo è infatti ciò ce mangiamo”.
Mangiare correttamente, in alcuni casi, aiuta anche a prevenire allergie e intolleranze. “Se mangiamo tutti i giorni un alimento è molto più facile che diventiamo allergici o intolleranti ad esso”.
E non solo… La nostra dieta dovrebbe seguire la stagionalità, ovvero dovremmo mangiare solo frutta e verdura di stagione. “La natura è intelligente! Se le arance ci sono solo in inverno è perché sono ricche di vitamina C, ed è una sostanza di cui il nostro corpo ha bisogno come difesa invernale. I pomodori, i peperoni, le pesche o le albicocche ci sono solo in estate perché hanno betacarotene, acqua, vitamine e zuccheri di cui necessitiamo in questa stagione… Al giorno d’oggi mangiamo tutto dal 1 gennaio al 31 dicembre, ma se c’è una stagionalità per ogni “frutto”, c’è un modo stagionale di alimentarsi anche per noi”.
E allora dieta varia, nessun alimento tutti i giorni, cibi freschi e di stagione.
Ebbene sì, non vale nemmeno il proverbio “Una mela al giorno toglie il medico di torno”! E lo sa bene il dottor Targhetta che di pazienti che non digeriscono le mele ne ha visti tanti!
Ma un proverbio resta vero, che poi proprio proverbio non è. Come diceva il vecchio saggio Ippocrate:
“Lascia che il cibo sia la tua medicina e la medicina sia il tuo cibo!”
Dicevamo che lavorare sulla dieta per far fronte alle intolleranze non basta.
“No.
Per affrontare in modo serio e completo le intolleranze bisogna lavorare contemporaneamente su fegato, reni e sulla digestione. E’ necessario ottimizzare il terreno intestinale, favorire il ripristino della mucosa e favorire il drenaggio delle tossine”.
Come? Ci sono enzimi e piante specifici per questo, e il dott. Targhetta ce lo svelerà prossimamente!
Francesca Orlando