Il latte senza lattosio: cosa è e come sceglierlo
Cos'è e come possiamo sceglierlo?
La prima regola che vi viene imposta quando scoprite di essere intolleranti è ovviamente evitare tutti i latticini e derivati, in primis il latte vaccino.
Oramai potete trovare al supermercato una abbastanza vasta gamma di latte senza lattosio.
Ma cos’è il latte senza lattosio? Come è fatto e come sceglierlo? E soprattutto, poiché il latte è il primo apportatore di calcio, come possiamo compensare?
Partiamo da quest’ultima domanda. Fortunatamente, il latte senza lattosio sembra essere tra i sostituti del latte vaccino più efficaci perché permette di eliminare il problema di tanti problemi fisici, appunto il lattosio, e nel contempo di dare al nostro corpo il calcio, che è un minerale di primaria importanza per il nostro corpo: lo sappiamo tutti che la carenza di calcio causa, in età avanzata, l’indebolimento delle ossa e l’osteoporosi.
Nonostante le teorie contrastanti sul se il latte delattosato faccia bene o male, dunque, personalmente faccio uso di latte senza lattosio e credo sia importante per fornire il nostro organismo di calcio.
Vediamo ora cosa è il latte privo di lattosio.
Esso è chiamato spesso “latte ad alta digeribilità” o “HD” ed è ottenuto mediante un processo che consente una riduzione tale del lattosio da far sì che la bevanda vaccina risulti digeribile anche agli intolleranti.
Le tecniche per ottenere questo latte sono:
- Idrolisi del lattosio: si parte dal latte intero e grazia all’azione di alcuni enzimi viene ridotto significativamente il contenuto del lattosio. Questo è il metodo più diffuso.
- Metodo a filtrazione: con l’utilizzo di alcuni filtri, detti a membrana e dotati di piccolissimi fori, vengono isolate alcune specifiche componenti del latte, tra cui il lattosio.
Poiché queste tecniche non alterano le caratteristiche organolettiche del latte, dal punto di vista nutrizionale non vi è alcuna differenza tra il latte cosiddetto convenzionale e quello senza lattosio, e diversi studi lo hanno dimostrato.
Un altro motivo per cui gli studiosi consigliano agli intolleranti di non rinunciare al latte ma di consumare quello delattosato è che grazie all’idrolisi del lattosio si formano alcuni composti chimici che aiutano la crescita della flora microbica intestinale.
Per quanto riguarda la scelta, starà a voi decidere se consumare quello intero, parzialmente scremato o scremato
Il mio consiglio è comunque quello di non farne un uso smisurato e di abbinare al latte delattosato altre bevande prive in origine di lattosio come il latte di soia o di mandorla.
Per altro dovete ricordarvi (e lo leggerete molto chiaramente sulle etichette) che alcune marche di latte hanno una percentuale di lattosio pari a < 0,1%, altre <0,01 % e questo, in base alla vostra “gravità” di intolleranza fa la differenza.
E vedremo nel prossimo articolo il perché e quali sono le leggi italiane ed europee in merito.
Francesca